Il mercato sarebbe stato smantellato di lì a pochi anni, e in
molti considerano Frenzy non solo uno
dei tanti capolavori del maestro del brivido (Hitch ci precipita stavolta in un
vortice di violenza e sesso, facendoci seguire un antipatico innocente che si
dibatte come una mosca nella tela di un ragno intessuta da un simpatico
assassino psicopatico che strangola giovani donne) ma anche uno straordinario
documentario sul quartiere prima
della sua definitiva trasformazione.
Ciò che interessa noi però, è che anche qui Hitch
utilizza una casa in modo del tutto
particolare. E’ la casa dell’assassino
(che ci fa conoscere dopo dieci minuti di film). E’ proprio di fronte a Covent
Garden (dove l’assassino lavora). E diventa il luogo dove viene commesso uno
degli omicidi.
Ed è proprio la casa, e solo quella, che il
regista decide di farci vedere mentre accade l’orrido e l’irreparabile. Segue
per le scale assassino e vittima fino al primo piano della tipica casa londinese (assai simile a quella di Baker Street, per intenderci), ce li fa vedere mentre entrano
in casa, e poi indietreggia, scende le scale
e se ne va in retromarcia verso l’uscita mentre cala il silenzio. E continua,
esce dal portone e a quel punto
irrompono i rumori della strada e del mercato, si vede la gente che cammina,
passeggia, lavora. Continua ad allontanarsi e ormai vediamo anche la finestra del primo piano, dietro la
quale sappiamo che si sta consumando un orrore. Ma non vediamo e non sentiamo
nulla se non i rumori della strada, che coprono e copriranno anche le urla
della sfortunata vittima, se mai riuscirà ad urlare. La scena è magnifica, carrellata all’indietro di
assoluto virtuosismo e rigore espressivo senza pari.
La casa è sempre lì, ripulita e restaurata, ma ben riconoscibile.
La casa è sempre lì, ripulita e restaurata, ma ben riconoscibile.
P.S. Essendo il mercato di Covent Garden il centro fisico del film, tutta la narrazione segue il cibo. Frutta, verdura, patate (in una scena memorabile), pub, immangiabili manicaretti da Nouvelle Cuisine cucinati dalla moglie del commissario, gustosi panini col prosciutto in autogrill frequentati dai camionisti.
Con sfumature meno autentiche ma altrettanto
festose il cibo a Covent Garden continua ad essere oggi protagonista con i suoi negozi
di delicatessen, le sue caffetterie, Tea House o Luxury chocolates… Per turisti appassionati
di ghiottonerie e, of course, di cinemaJ.
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