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mercoledì 10 giugno 2015

Avete presente Durand-Ruel e gli impressionisti?

Nel numero di giugno di Casa Facile si racconta della casa australiana di una fashion designer. 

La dimora è indubbiamente molto bella e il consiglio della proprietaria è tassativo: rompete  le regole!

Sulle regole però bisogna intendersi.

La signora di cui sopra accosta con sapienza, in un perfetto esempio di armonia cromatica, vetri blu sopra un mobile di legno scuro e mette insieme minuterie sulla base della “regoladell’importanza degli spazi e della ripetizione degli oggetti. Aggiungeteci studiate mise en place, strategie visive, moodboard, stile riconoscibile, vent’anni di esperienza come visual designer e avrete un’idea del risultato.

Provate adesso a eliminare l’armonia cromatica, la “regola” dell’importanza degli spazi e della ripetizione degli oggetti,  lo studio della mise en place, le strategie visive, le regole stilistiche, vent’anni di esperienza come visual designer e con la ritrovata libertà accumulate a casaccio tessuti tribali, stampe floreali, rocchetti di filo vuoti e mocassini.

Non siete convinti? A dire il vero sui mocassini qualche remora confesso di averla anch’io, a meno di non seguire l’ultima moda, riempirli di terriccio e seminarvi dei fiori…

La faccenda perciò può dirsi non tanto di “rompere le regole” quanto di cambiare il punto di vista e trovare modi nuovi per fare le cose (avvalendosi magari di un’innovazione tecnologica) padroneggiando sempre e comunque il tema, l’oggetto, la materia: esempio emblematico la pittura impressionista, che unisce due “visioni”, da un lato un nuovo modo di dipingere, dall’altra un modo nuovo di esercitare il commercio nell’arte

I pittori impressionisti (tra i più importanti: Monet, Manet, Degas, Renoir, Sisley, Pisarro, Bazille) tentarono infatti per la prima volta nella storia della pittura di afferrare il brivido della luce che cambia e cominciarono a dipingere “en plein air” grazie anche all’invenzione dei tubetti per i colori e del cavalletto da campagna, facili da trasportare. 

Paul Durand-Ruel, il più fervente dei loro mecenati, con la modernità del suo metodo, poi adottato da tutti i galleristi contemporanei (seguire in esclusiva gli artisti, sostenerli, organizzare personali, mandare in tournée all’estero le opere), trasformò la sua attività parigina in un’azienda globale, aprendo succursali a Londra, Bruxelles, New York e allestendo innumerevoli esposizioni in tutto il mondo.

Quand’anche tuttavia non siate Monet o Durand-Ruel  né tantomeno professionisti del design (professionista: chi esercita una professione intellettuale o liberale come attività economica primaria) ma solo appassionati dilettanti (dilettante: chi fa le cose per diletto) non è detto che non possiate agire con professionalità (pensate a Sherlock Holmes J). 

Siate dunque visionari ma virtuosi e studiate i precetti per applicarli al contesto: un appartamento a Malmö sarà ben diverso da una casa a Rabat e se state scegliendo il colore delle pareti o degli arredi la luce sarà probabilmente la prima cosa da considerare. 

Se poi, nonostante tutto, non sapete ancora che pesci prendere, smettete di pensarci e fate una doccia. 

Si sa che le buone idee partono sempre da lì: è la regola. J
Cinta Vidal Agullo

Cinta Vidal Agullo

Cinta Vidal Agullo

Cinta Vidal Agullo


Foto

Cinta Vidal Agullò si ispira nella sua opera a Maurits Cornelis Escher. 
Se volete, qualche notizia su Escher la trovate qui 


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sabato 10 gennaio 2015

6 regole per il design scandinavo

In più di un’occasione (già dalla dichiarazione di intenti) abbiamo parlato in questo blog della preferenza di chi scrive per lo stile scandinavo, pur contaminato da elementi di varia natura e origine.
Lo stile scandinavo è fatto di interni candidi, mobili icona, linee pure, ma è anche e soprattutto luce: limpida, immacolata, trasparente, la luce di Vermeer (Vermeer, per dirla come Théofile Thoré, è argento nelle luci, e nelle ombre color Perla…).
Ed è fuor di dubbio che la palette di bianchi per pareti e pavimenti (in parquet sbiancato o resina, talvolta a scacchiera) si sposa al meglio con la mutevole luce degli alti cieli ventosi del nord, anche se l’avanzare di agglomerati urbani a sviluppo verticale che gettano ombre in ambienti sempre più piccoli, ne fa ormai uno stile adatto anche alle nostre latitudini.


Proviamo allora a sintetizzarne le principali regole.

1.I mobili. Per un risultato charmant non possono mai mancare le icone del design, Jacobsen, Hansen, Eames, accostati a pezzi vintage o di recupero scovati nei mercatini.





2.Il living. Non di rado è aperto sulla cucina, un divano confortevole, sedie spaiate, molti cuscini, pelli di animali (agnello, renne), candele, luci giocose, trofei buffi.

3.La cucina. Un must? Il frigorifero retrò e colorato! Per il resto, scaffali aperti e colori neutri, bianco, legno naturale, nero.
4.La camera principale. Può essere arredata con armadi oppure i vestiti, appesi a ganci o appendiabiti, diventano essi stessi “oggetto” decor. Nei piccoli appartamenti la zona notte è spesso parte integrante del living, in armoniosa combinazione con quest’ultimo.
5.Il bagno. Solitamente senza vasca ma non sempre, piastrelle bianche, accessori in legno, dettagli seducenti… Un luogo per l’igiene ma anche per il relax.

6.La palette di colori. Grigio, bianco, nero combinati con legno naturale e oggetti colorati. Il blu è molto presente, il più delle volte in raffinate tonalità chiare.





Fonte: Planet Deco

P.S. a proposito di Vermeer, non trovate che Piccola strada di Delft sia l’immagine più “scandinava” a cui si possa pensare?:-)




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