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mercoledì 8 luglio 2015

A Kasa di… Mirna: ritratto di Signora (a colori)

La vita reale e le sue propaggini in rete si mescolano ormai in continuazione: guardiamo il mondo con l’occhio di Facebook, oppure visitiamo Capri in un vorticoso incrociarsi di pagine web. 
In entrambi i casi la prima preoccupazione che ci assale è la sensazione fastidiosa di una perdita. 
Come se ci stessimo allontanando da un corretto rapporto per due volte: quando la percepiamo in funzione della sua riproducibilità digitale, e quando ci accontentiamo del riassunto digitale che Internet offre rinunciando al viaggio fisico. Eppure, ancora una volta, la soluzione dell’enigma è la compensazione fra questi due differenti rischi, un equilibrio tra digitale e analogico che sarà domani la cifra della nostra esperienza relazionale. Due parti di un tutto che è la nostra nuova normalità. 

Massimo Mantellini, La vista da qui



Sei il gestore di un albergo a Salsomaggiore e pensavi di aver bisogno unicamente di una consulenza fiscale.

Capita invece che il tuo hotel, ormai non più al passo con i tempi, venga totalmente rivoluzionato: frasi sulle pareti, nuovi colori, nuovi tessuti, nuove modalità organizzative e di gestione.... L’avresti mai detto che nel momento in cui il tuo commercialista avesse varcato quella soglia, niente sarebbe più stato come prima?



Certo Mirna Pioli non è un qualunque professionista iscritto ad un albo. 



L’ho incrociata, Mirna, nella mia nuova normalità: ha “adottato” nella community “#adotta1blogger” un mio post in cui si accennava a Tricia Guild, fondatrice e direttore creativo dell’etichetta Designers Guild e mi ha raccontato della sua adorazione per lo stile bohemien-chic del marchio.

Nella sua biografia si definisce una commercialista appassionata

La passione nasce perché io amo il Bello in generale…” 

L’amore per l’arredo e il decor invece è sbocciato quando ha compiuto 40 anni e si è regalata una “casina” in Sardegna. È andata a cercarla con la sua amica Maria Pescatore, un architetto che l’ha spinta a superare le sue paure e le ha insegnato che se pure fai una scelta che non ti piace la prochaine fois metti a posto. Con quella frase e la determinazione che la contraddistingue Mirna è partita e non si è più fermata ma, aggiunge, “mai lo sport! Sono pigra, vado solo di testa…”.

Dell’architetto d’interni e designer Tricia Guild,famosa nel mondo per la maestria nell'accostare nuance sgargianti, ama ” i colori negli abbinamenti rosa acceso e lilla, nella sfumature del turchese e verde acido… e poi mi piace mescolare gli stili, amalgamare tinta unita e stampati floreali, le tende però mai uguali…

E voi, potete dire altrettanto del vostro commercialista? :-)











Per approfondimenti:
Foto: 
Mirna Pioli e © Designers Guild

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venerdì 17 aprile 2015

Tisser Matisse

Qualche anno fa durante una gita a Napoli comprensiva degli immancabili presepi, delle Sette Opere di Misericordia, di caffè, pizza e sfogliatelle, uscendo dal museo di Capodimonte al crepuscolo di un’intensa giornata, la vista distratta di un dipinto in esposizione temporanea sancisce per sempre la mia memoria di quel giorno. 

Più del Caravaggio che pure è tra i miei preferiti in assoluto, più delle sfogliatelle, della pizza, del caffè, dei presepi.

Il dipinto è Tabac Royal di Matisse, ritrae una giovane donna e i motivi per cui è così indissolubilmente ancorato in qualche punto del mio subconscio non starei ad approfondirlo in un post che dovrebbe parlare, per lo più, di tessuti. J


Matisse - Tabac Royal

Sull’opera del più sofisticato esteta della pittura del ‘900 (Il volto dell’occidente, Flavio Caroli) confesso di nutrire sentimenti contraddittori ma l’aspetto che mi accingo ad indagare è un altro: il Matisse dei “tessuti”.

Considerando il numero di figure nude presenti nella sua produzione sarà un po’ come aggiungere le mutande al giudizio universale? J

Henri Émile Benoît Matisse (Le Cateau-Cambrésis, 31 dicembre 1869 – Nizza, 3 novembre 1954), pittore, incisore, illustratore e scultore francese (nella definizione di Wikipedia), trascorse la sua giovinezza tra i telai che confezionavano i tessuti più lussuosi per l’Haute Couture parigina e le seterie di Lione.

Possedeva stoffe di tutte le regioni del mondo con cui tappezzava le pareti dei suoi atelier, nello stile delle abitazioni dei nomadi. Li definiva "i miei stracci" e avevano le origini più diverse: scampoli acquistati sulle bancarelle parigine in gioventù, stoffe nordafricane, vestiti di alta moda e tappeti orientali.

L’amore per i tessuti Matisse lo eredita dalla famiglia di tessitori e il suo lavoro ne risulterà intriso: nei motivi arabescati, nei colori brillanti, negli sfondi damascati dei dipinti, nei costumi e nelle scenografie dei balletti russi, nei cartoni realizzati su commissione per arazzi e foulard di seta.

Comporrà per le sue “odalische” piccoli teatri fatti di una grande varietà di tendaggi, tappeti, accessori esotici, atmosfere sognanti e incanto orientale.

Molte stoffe raccolte durante la sua vita sono esposte alla Royal Academy di Londra accanto alle sue opere e l’effetto “tessile” dell’impianto pittorico è uno dei temi della retrospettiva “Arabesque” alle Scuderie del Quirinale fino al 21 giugno (qui i dettagli).

Per chi (dopo aver letto questo post J) volesse tentare una mise en place ispirata a Matisse e ai suoi colori vibranti un buon punto di partenza è sicuramente Tricia Guild
Be inspired!






Fonti:


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