venerdì 17 ottobre 2014

Hopper, Hitchcock, James Dean e il gotico Americano

Nel 1960 Alfred Hitchcock mette in piedi, con pochi soldi e la sua troupe televisiva, un film in bianco e nero destinato a cambiare per sempre l’idea di thriller e di horror.

Da lì in poi Psycho, il piccolo gioiello con Antony Perkins e Janet Leight, avrebbe riscritto le coordinate narrative e visive di qualunque storia avesse aspirato ad emozionare gli spettatori con la tensione e la paura.

Fra le mille invenzioni del genio londinese, ci fu anche quella di identificare la casa sulla collinetta con la presenza-assenza della terribile madre di Norman Bates. Lei non si sarebbe vista, il suo medium sarebbe stato in tutto e per tutto la casa, incombente, minacciosa, misteriosa ed inquietante nelle forme e nei chiaroscuri. Per ottenere un personaggio con una personalità degna del ruolo, Hitch si affidò ad uno stile architettonico ancora in voga all'epoca e che aveva avuto grande diffusione nei decenni precenti.

Si tratta del cosiddetto gotico americano, o californiano, mai davvero codificato come tale e più spesso indicato come "secondo impero americano", le cui forme avevano avuto grande fortuna in ville e villini della west coast.
Oltre all’architettura Hitch, da grande esperto del “visibile” quale era, ha sempre tenuto d’occhio l’arte e le sue tendenze (non dimentichiamo che scritturò direttamente Salvator Dalì per le scenografie del sogno/incubo in “Io ti salverò” del 1945) traendo ispirazione, nel caso di Psycho, dall’opera di un pittore americano di primissimo ordine, Edward Hopper, mai davvero inserito in nessuna corrente se non quella personalissima del proprio stile, che almeno vent’anni prima aveva ritratto proprio la casa perfetta per Hitch.

L’aveva messa vicino ad una ferrovia (“The House on the railway”), scorciandola leggermente dal basso in modo da renderla incombente e inquietante quel tanto che bastava. La luce, i tagli di ombre, tutto già nel quadro di Hopper concorreva a dare a quella casa non solo dignità di personaggio (era infatti, altrettanto originalmente, unico e solitario soggetto del quadro) ma anche personalità forte e multipla. E fu così che il grande regista inglese ottenne anche l’effetto di mostrare al mondo, riprodotta in tre dimensioni e animata da un sinistro soffio vitale, la casa dipinta tanti anni prima dal grande pittore americano.

Hopper, House by the Railroad -  Hitchcock, Psyco

In appendice, vi suggeriamo di cercare altre influenze della apparentemente semplice e innocente casa dipinta da Hopper. Quella di Psycho è la più celebre ma ad esempio, nel guardare la famosissima immagine di James Dean ne “il Gigante” del 1956, giustamente concentrati sul giovane attore maledetto nel suo momento di massima gloria, pochi forse hanno davvero mai notato la casa sullo sfondo…

Hopper, House by the Railroad -  Hitchcock, Psyco - Stevens, The Giant

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