E quanti di voi possono dire di aver ricevuto il materiale ordinato senza ritardi e disguidi? Rullate i piedi, come gli ospiti in studio del ruggito del coniglio, in caso affermativo.
Ricordo ancora
perfettamente, benché sia passato qualche anno, le lunghe attese di un
frigorifero che non arrivava, scrutando la strada dal balcone mentre scorrevano
le ore, si accendevano le luci dei lampioni e l’operatore del call center
continuava a dire “sono partiti, stanno arrivando, dovrebbero essere in zona,
tra 10 minuti sono sul posto…”.
Memore dell’esperienza,
prima di confermare l’ordine d’acquisto del nuovo divano,
mi sono assicurata (con prove testimoniali e telefonate registrate) che la
consegna avvenisse con le modalità concordate e, soprattutto, che le misure
fossero compatibili con quelle delle porte da cui doveva entrare (“signora non si
preoccupi, glielo portiamo smontato”). Ma quanto può essere smontabile un
qualunque oggetto non Ikea?
Così dopo aver passato
in rassegna, con un brivido di apprensione e facendo gli opportuni scongiuri,
tutte le parti rimovibili dall'ingresso al salotto (porte, termosifoni etc.) mi
metto l’anima in pace e aspetto...Con mia sorpresa e in anticipo, poco tempo
dopo mi comunicano che sono pronti per la consegna (vedi a volte il
pregiudizio…).
Il fatidico giorno mi
piazzo sul solito balcone alle 14.30 del pomeriggio e, più o meno quattro ore
dopo dopo e un discreto numero di telefonate al reparto “magazzino e
spedizioni” (“sono partiti, dovrebbero essere in zona” ecc.) arriva il furgone
con il prezioso carico e si ferma nell'unico posto disponibile di tutta la
strada, il parcheggio per disabili.
Ora, chi abita in un
appartamento al secondo piano senza ascensore in una zona popolata di una
grande città, e non in una villetta indipendente con giardino, non dovrebbe
comprare mobili di nessun genere, tanto meno un divano.
I trasportatori sono in
tre e quello che sembrerebbe essere il responsabile fa una veloce ricognizione,
lamentandosi subito delle esigue dimensioni del cancello pedonale, al che
chiedo, ma non è smontato? ricevendo in cambio un’occhiataccia che diceva
chiaramente “la prossima volta vada da Ikea”…
Gli altri due sollevano
alcuni pacchi (le chaise longue estraibili, ipotizzo) e arrancano con il
pesante fardello su per le scale fino alla porta di casa, esaminando con una
certa preoccupazione le dimensioni di quest’ultima ma, prima che possano
formulare qualunque obiezione, li informo carinamente che bisogna far uscire il
vecchio divano per poter far entrare l’altro… Il capo nel frattempo ha spostato
il furgone dal parcheggio per disabili al passo carrabile e mentre arriva
trafelato e si affaccia dal balcone per tenere sotto controllo il mezzo in
divieto di sosta, sentenzia: non entrerà mai.
Optando per una
strategia non belligerante ignoro la fosca previsione e preparo un caffè.
Riprendono le
operazioni di scarico.
La “struttura” restante
supera indenne il cancello pedonale e va ad incastrarsi nel primo pianerottolo,
con uno dei trasportatori incuneato tra l’enorme pacco e il muro, mentre il
secondo solleva il divano con una mano e con l’altra tiene ferma la lampada a
sospensione (la scelta dell’illuminazione nelle scale è stata dettata più
dall'estetica che dal valore pratico, ma onestamente non si poteva utilizzare
una plafoniera nei punti in cui il soffitto disegna un arco!). Definitivamente
intrappolati, in equilibrio precario, impossibilitati a salire e a scendere, i
due tastano il divano alla ricerca di altre parti smontabili finché,
finalmente, riescono a sfilare i cuscini dello schienale e riprendono
faticosamente la salita.
La scena si ripete
quasi identica per ognuno dei pianerottoli, l’ingombrante fardello supera infine
incredibilmente la porta d’ingresso e scivola
dal corridoio al salotto che neanche la testimonial delle Dietorelle.
Quando si dice… J
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