mercoledì 9 dicembre 2015

Il mondo invisibile

Parigi, 5 dicembre 2015

La giornata è cominciata con un imprevisto all’Opéra che ci ha fatto ripiegare su una visita al Musée Rodin. 

Nel pomeriggio, immersi in quella flânerie di cui sembrava animato il nostro soggiorno, proseguendo dal Quai D’Orsay fino ai vicoli del Quartier Latin siamo arrivati, che faceva quasi buio, a Saint-Germain-des-Prés.

Entriamo nella chiesa silenziosa lasciando fuori gli odori dolciastri provenienti dalle bancarelle natalizie del Boulevard Saint-Germain. C'è una leggera brezza.

Percorriamo senza parlare la navata centrale contornata da pilastri con semicolonne policrome, attratti dalle volte a crociera e dal cielo stellato, poi ci separiamo.

Continuo da sola lungo le navate laterali e improvvisamente compare Franck

Se ne sta seduto dando la schiena al muro, le mani incrociate con i pollici che si baciano, guarda l’obiettivo con un sorriso appena accennato. 

“Celibe, dolce, gentile, nato in Bosnia. 51 anni. 
Cacciato dal suo appartamento per via degli allagamenti e dei vapori tossici. Ha lavorato da Henri Maire, come rappresentante. Ama molto la cultura e la musica classica. Appassionato d’ecologia, come i suoi nonni”.


Parigi - Saint-Germain-des-Prés





Franck è uno dei tanti invisibili di questa città. Uno di quelli che fanno arricciare il naso per il cattivo odore, se capita nella stessa carrozza della metropolitana su cui si sta viaggiando. 

Uno di quelli addormentati in giacigli di fortuna negli antri di portoni chiusi, in posizione fetale se fa molto freddo, uno di quelli che superi velocemente cercando, con la coda dell’occhio, una bottiglia vuota o qualsiasi altra testimonianza di quel vizio che giustifica la sua condizione e la nostra indifferenza.

Invisibile, finché qualcuno non fa una cosa molto semplice: toglie la presenza fisica che ti fa distogliere lo sguardo, i vestiti logori, le povere cose raccolte in contenitori di fortuna, gli animali che talvolta lo accompagnano. Toglie l’odore. Smorza il disagio. 

Affida la voce alla parola scritta e racconta la sua storia attraverso le immagini

Non solo. Chiede a  Franck e a quelli come lui di partecipare ad un concorso che ha come tema l’Ecologia nella mia Città e costringe noi, finalmente liberi di guardare, ad aprire gli occhi per la seconda volta.

Quel qualcuno è Elisabeth Tiberghien, Cavaliere della Legion D’onore e Presidente dell’associazione Deuxième marche che si occupa delle persone senza fissa dimora e li aiuta nel reinserimento nel mondo del lavoro. La incontro brevemente il giorno dopo, durante il vernissage che inaugura l’esposizione L’écologie dans ma ville. Prima di lasciarci mi porge sorridendo una cartolina con la poesia di Philippe, uno dei figliocci dell’associazione.

[…] C’est maintenant le Temps
de l’exil où nos yeux calcinés
ne regardent plus les cieux,
où nos crâne éclatés se fracassent
contre les murs de le déraison. […]

Esco da Saint-Germain-des-Prés ripensando al fastidio provato qualche ora prima nel vedere tanti flash al Bataclan o in Place de La République e mi chiedo con quale presunzione considero più sincero il cordoglio di quelli che invece non scattano foto. 

Se un fotogramma ha permesso a me di “vederecome faccio ad essere certa che le immagini che ogni giorno facciamo viaggiare da un capo all'altro del mondo non siano tanti messaggi in bottiglia? Come faccio a sapere quali raggiungeranno la propria destinazione permettendo a qualcun altro, chissà dove, chissà quando, di aprire gli occhi e tornare a guardare il cielo?

Il mendicante seduto sulle scale d’ingresso è ancora lì quando esco.  Ha un piccolo libro, legge. Non chiede nulla.

Parigi - Saint-Germain-des-PrésParigi - Saint-Germain-des-Prés

Le foto sono di Franck, Bossu de Notre Dame e Stéphane Baratay.

Il quadro del titolo è  “Le monde invisible” di René Magritte.



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