mercoledì 16 dicembre 2015

Cathedral of Commerce

Cose belle che accadono in questo Blog. Un amico, al ritorno da un viaggio di lavoro che dice: “durante le attese in aeroporto ho scritto questo. Solo qualche spunto…

Cose belle che accadono in questo Blog. Un amico, al ritorno da un viaggio di lavoro condivide quello che ogni viaggio porta con se: nuove esperienze, nuove storie, idee, connessioni, scoperte.



Las Vegas: tra realtà e finzione

Sono sempre molto numerose le prospettive da cui si possono vedere le cose che accadono, tanto da suggerire diverse definizioni di ciò che è reale e di ciò che non lo è. 

Lo sanno bene i maestri del cinema e le maestranze di un tempo di Cinecittà: con l'obiettivo di creare un posto vero per dare vita ad una rappresentazione finiscono per sottolineare gli elementi necessari affinché un luogo possa considerarsi reale, pur nella finzione.

Poi ci sono le discontinuità, i buchi neri del nostro pensare comune. Prendiamo Las Vegas

Las Vegas mette in scena non il tentativo di rappresentare qualcosa di diverso, ma di viverlo. Un posto dove l'eccentrico è normale e l'ordinario non esiste. Difficile anche da raccontare. E mentre il mondo piange i propri morti (nelle capitali europee, nelle aree mediorientali, in Africa, …) a Las Vegas lo spettacolo prosegue incurante di tutto e di tutti. 

Entrare e uscire da realtà così diverse fa pensare. 

Fa pensare che la vita non può essere un perenne spettacolo di luci sfavillanti e che Las Vegas sia in realtà un manicomio di esibizionisti. Ma è una conclusione fin troppo facile. 
Fa pensare, quasi con fastidio, a quanto siano lontane da questo deserto le battaglie per non dimenticare e combattere i soprusi sulle donne. Qui, nel Nevada,  il corpo femminile è solo un strumento come un altro per far soldi. Considerato tale dalle donne stesse. Ricevere le pubblicità delle prostitute mentre si passeggia è una cosa normale a Las Vegas. Ma le figurine, a mazzetti da 5-6, con le signorine poppute non te le offre un ragazzo, un uomo, te le offre una signora con indosso una T-shirt rossa con il disegno di una fanciulla in posa inequivocabile. La signora non è alta, appesantita nel fisico, gentile. Lavora. Fa pubblicità sulla Strip. E offre le sue figurine non solo a uomini soli che passeggiano ma anche a coppie. Scambieresti la signora per una qualsiasi madre di famiglia. Anzi te la immagini che dopo aver preparato il pranzo annuncia ai figli, al marito che esce per andare a lavorare. 

Realtà o finzione?

Poi i casinò. 

Noi europei abbiamo un’idea romantica dei casinò. Immaginiamo luoghi eleganti dove si va vestiti adeguatamente per dedicarsi al brivido del gioco, al rischio di una vita, al tutto o al niente. Luoghi dove i più timorosi entrano con curiosità e prudenza. 
Niente di tutto questo. I casinò si trovano oggi nei mega alberghi, tra la reception e le stanze. All'arrivo sfili con il trolley attraverso distese infinite di slot e con i croupier sempre pronti vicino ai tavoli, anche senza clienti, o con uno o due giocatori concentrati. A tutte le ore. Giorno e notte. Poi ci sono i tavoli con gruppi di persone vocianti che sembrano divertirsi. C'è ancora la signorina seminuda con la cassettina di legno che vende le sigarette, ci sono quelle ammiccanti che sembrano chiederti un drink e non solo... Un circo aperto a tutte le ore. 



Realtà o finzione?

La realtà di Las Vegas "consuma" persone ma anche energie. A dispetto di tutto. Visto dal cosmo questo pianeta azzurro deve apparire come un posto incomprensibile: come spiegare il logoramento di materie prime, di acqua, luce, moquette, lusso in una città creata dal niente nel mezzo del deserto quando contemporaneamente 800 milioni di persone non hanno l'acqua per lavarsi o 1,3  miliardi di persone non hanno l'elettricità?

F.S.


Il titolo è di un dipinto dell’artista canadese Rob Gonsalves 
Le foto sono di Alessandro Borgogno


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