venerdì 17 aprile 2015

Tisser Matisse

Qualche anno fa durante una gita a Napoli comprensiva degli immancabili presepi, delle Sette Opere di Misericordia, di caffè, pizza e sfogliatelle, uscendo dal museo di Capodimonte al crepuscolo di un’intensa giornata, la vista distratta di un dipinto in esposizione temporanea sancisce per sempre la mia memoria di quel giorno. 

Più del Caravaggio che pure è tra i miei preferiti in assoluto, più delle sfogliatelle, della pizza, del caffè, dei presepi.

Il dipinto è Tabac Royal di Matisse, ritrae una giovane donna e i motivi per cui è così indissolubilmente ancorato in qualche punto del mio subconscio non starei ad approfondirlo in un post che dovrebbe parlare, per lo più, di tessuti. J


Matisse - Tabac Royal

Sull’opera del più sofisticato esteta della pittura del ‘900 (Il volto dell’occidente, Flavio Caroli) confesso di nutrire sentimenti contraddittori ma l’aspetto che mi accingo ad indagare è un altro: il Matisse dei “tessuti”.

Considerando il numero di figure nude presenti nella sua produzione sarà un po’ come aggiungere le mutande al giudizio universale? J

Henri Émile Benoît Matisse (Le Cateau-Cambrésis, 31 dicembre 1869 – Nizza, 3 novembre 1954), pittore, incisore, illustratore e scultore francese (nella definizione di Wikipedia), trascorse la sua giovinezza tra i telai che confezionavano i tessuti più lussuosi per l’Haute Couture parigina e le seterie di Lione.

Possedeva stoffe di tutte le regioni del mondo con cui tappezzava le pareti dei suoi atelier, nello stile delle abitazioni dei nomadi. Li definiva "i miei stracci" e avevano le origini più diverse: scampoli acquistati sulle bancarelle parigine in gioventù, stoffe nordafricane, vestiti di alta moda e tappeti orientali.

L’amore per i tessuti Matisse lo eredita dalla famiglia di tessitori e il suo lavoro ne risulterà intriso: nei motivi arabescati, nei colori brillanti, negli sfondi damascati dei dipinti, nei costumi e nelle scenografie dei balletti russi, nei cartoni realizzati su commissione per arazzi e foulard di seta.

Comporrà per le sue “odalische” piccoli teatri fatti di una grande varietà di tendaggi, tappeti, accessori esotici, atmosfere sognanti e incanto orientale.

Molte stoffe raccolte durante la sua vita sono esposte alla Royal Academy di Londra accanto alle sue opere e l’effetto “tessile” dell’impianto pittorico è uno dei temi della retrospettiva “Arabesque” alle Scuderie del Quirinale fino al 21 giugno (qui i dettagli).

Per chi (dopo aver letto questo post J) volesse tentare una mise en place ispirata a Matisse e ai suoi colori vibranti un buon punto di partenza è sicuramente Tricia Guild
Be inspired!






Fonti:


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