Fra cento anni uno studioso della preistoria web forse radunerà queste pagine e ci dirà con esattezza chi eravamo e cosa diavolo stavamo facendo da queste parti. Noi nel frattempo riposeremo in qualche posto meno affascinante di Highgate.
Massimo Mantellini, La vista da qui
Nell’autunno del 2011 ero a New York con il mio compagno, tappa conclusiva di un viaggio “on the road” che aveva toccato diversi stati (California, Utah, Arizona, Nevada).
A New York il grigio è per i vivi, il verde per i morti… fu la considerazione del mio compagno. Solo i pensieri nati camminando hanno valore, scriveva Nietzsche, ma anche senza scomodare i padri della filosofia, mi sembrò una riflessione di illuminante profondità…
Continuammo la passeggiata ma non potevo fare a meno di ripensare al cimitero della Trinity Church, a quanto fosse diverso dai moderni loculi multipiano dove il grigio-calcestruzzo abbonda e il verde è relegato in modeste aiuole, confuse e poco curate.
Non c’è più spazio nelle metropoli. E non c’è più tempo,
perché il tempo è denaro.
Non c’è più spazio per panchine all’ombra dei cipressi
e non c’è più tempo per passeggiare fino alla tomba del proprio congiunto per
sfiorarne la superficie e il ricordo.
E allora eccoci qui, stipati, anche da vivi, in scatole
di cemento livido dove non c’è più posto neanche per il ricordo della vita dopo
la morte.
[i]
Roberta
Scorranese, Dalle tele di Camille Pissarro ai racconti di Edgar Allan Poe. Il fascino sottile e inquietante della moltitudine
moderna
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