Accademia di Francia a Roma - Villa Medici |
Hervé Brunon e Denis Ribouillant, curatori della pubblicazione, presentano “De la peinture au jardin”, un testo che raccoglie una serie di studi che trattano le complesse procedure di traslazione del passaggio dalla pittura al giardino, dal Rinascimento a oggi.
Monet - Maison et Jardin, Giverny |
L’apprendimento, dice Annamaria Testa, è un processo complicato, fatto di percezioni, ragione, emozioni, memoria, strategie, esperienza, ambiente, autostima…
L’esperienza dell’apprendimento, nel caso in specie, è fondata su una libera scelta, motivata e stimolata da percezioni positive e memoria (di pittori, di giardini, di luoghi in cui si incontrano), animata dalla ricerca di senso. Eppure…
Per le successive due ore o poco meno siamo chiamati ad apprendere spogliandoci delle sovrastrutture di rete (intesa nel senso di www), dei paradigmi digitali secondo cui tutti sono sempre collegati, si esprimono in tempo reale, condividono la propria conoscenza; dei processi di apprendimento mediati da Smartphone e Wi-Fi free, per riappropriarci di un modello della fruizione che potremmo definire accademico nella modalità, nei tempi, nei contenuti.
La signora elegante seduta accanto a me a metà del secondo intervento scivola dolcemente nel sonno, complice la penombra della sala. L’Accademia, sembra suggerire il suo viso disteso, basta a se stessa: l’esclusività della pubblicazione, l’attività accurata di ricerca, la reputazione e il curriculum dei partecipanti, la levatura dei quattro autori e dei due direttori per un testo pubblicato in quattro lingue – nel senso che ogni contributo è nella lingua dell’autore – sottintende che non è un prodotto di massa, ancor più se la massa di cui parliamo e a cui sento di appartenere è quella che si nutre di cultura digitale.
Ecco dunque risolto il mistero.
Continuo a prendere appunti, aggiungo una nota sulla funzione semiotica fondamentale della panchina delle madri, riordino le idee su pittori-giardinieri, poeti e letterati, sulle relazioni estetiche favorite dalla mediazione con la scenografia, la poesia o la fotografia, sull'utilità dei giardini dipinti per il loro restauro, sul filone antropologico del paesaggio, sulla critica del giudizio di Kant, sulla democratizzazione e le lavandaie.
L’interazione tra le arti e i giardini e lo scambio vicendevole tra il reale e la sua rappresentazione è legato al libero gioco dell’immaginazione ha detto infine qualcuno, non ricordo più chi. E sarei propensa ad accogliere questa tesi, non so a questo punto se influenzata dall'apparizione di Madame Mayette-Holtz arrivata per un veloce saluto e scomparsa in un incanto di mussola svolazzante, probabilmente per un vernissage. :-)
Monet - Maison et Jardin, Giverny |
Monet - Maison et Jardin, Giverny |
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