giovedì 14 maggio 2015

5 cose da evitare nella progettazione di un giardino e un paio di mosse vincenti

Stop and think era solita ripetere la mia insegnante di inglese ad alcuni alunni delle superiori, con un intercalare efficace non tanto per il significato letterale quanto intrinseco: dinne un’altra e avrai il voto che meriti.

Fermati e pensa

In questo post il nostro pensiero si sofferma sulle 5 cose da evitare nella progettazione di uno spazio verde.

1. Avere fretta. Conosco una giovane coppia che ha comprato una casa, dei mobili, un televisore, un cane e, per qualche migliaia di euro, un giardino. Nel giro di poche settimane il fornitore ha diserbato, posato cespugli e prato pronto, collocato ciottoli, allestito perenni e stagionali. 

Una cosa tristissima.

2. Partire subito con  la lista dei vincoli o dei requisiti: zona, orientamento, panorama e vegetazione circostante, budget, misure, posizione dei pozzetti (acqua, gas e luce), sistema di irrigazione; schema cromatico.  Farsi domande, invece: perché un giardino? Perché è funzionale al proprio status? Per il cane? Per fare delle grigliate? Perché è figo? Perché si può instagrammare

3. Partire impreparati.  Bisogna studiare. Non limitarsi a un metro e una rivista ma lasciarsi incuriosire da chi sente l’odore dell’erba tagliata o il profumo del temporale, da chi interpreta il giardino come una canzone, un quadro, un’opera d’arte, da chi lo vive e sente l’emozione del sole di primavera che sgretola le zolle indurite dal gelo…

4. Manicure con gel. In giardino bisogna sporcarsi le mani. O i piedi J. Karel Kapek, nel suo saggio L’anno del giardiniere spiegava che il giardiniere non lavora con le piante ma con la terra. Si fa fatica e ci si sporca. Ci si procura qualche callo. E la manicure con il gel non aiuta. J

5. Parlare alle piante. Le piante non sentono. Facciamocene una ragione. Smettiamola di ascoltare la nostra voce. È il primo passo per percepire il loro silenzio.

Gli inglesi, padri del garden design, usano la parola “care”, noi “manutenzione” accompagnata spesso dall’aggettivo “bassa”. Un giardino a bassa manutenzione, con cespugli che non perdono mai le foglie, piante che non si devono potare, fiori che non sporcano…

Un non-senso. Piuttosto fermati. Ascolta. Prenditi cura. Avrai il giardino che meriti. J










P.S. Questo post doveva parlare del giardino dei colori e in particolare del blu  finché è virato verso altre direzioni. Ci arriveremo prima o poi, abbiamo solo allungato un po’ la strada. Stay tuned! 

Foto: 1-2-3-4-5-8 Normandia-Giverny, Saint-Vaast-la-Hougue, Le-Mont-Saint-Michel
6-7-9 Bretagna–Saint-Malo, Locronan, Dinan

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1 commento:

  1. Punto 5 "le piante non sentono". Vero. Ancora per poco però. Prima o poi spunteranno le orecchie anche ai vegetali a furia di "chiacchierargli". Al momento sono riuscito a far desistere almeno la mia compagna da questa pratica demenziale ma non mia madre (forse con lei sono intervenuto troppo tardi).

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