giovedì 12 marzo 2015

Dal Conte Oddone a nonna Bianca. Anteprima storytelling

Quando ero molto piccola i miei genitori si sono trasferiti, per un breve periodo, a Tübingen.

Avevano trovato impiego in una fabbrica di filati. Il lavoro era piuttosto pesante e consisteva nel sollevare grandi bobine di filo man mano che veniva completato il ciclo di lavorazione.

Durante la permanenza in Germania mia madre ha cominciato a lavorare a maglia e all'uncinetto. Conservo ancora alcune sue realizzazioni.

Quando ha smesso con il lavoro in fabbrica ha smesso anche con i gomitoli di lana e cotone, come se le due cose andassero di pari passo e senza la prima anche la seconda avesse perso di senso.

Subisco inevitabilmente il fascino del duplice aspetto della questione: artigianalità, creatività e fabbricazione industriale, pur essendo totalmente priva di talento manuale (i miei lavoretti alle elementari erano sempre i più brutti, il più delle volte mi incollavo le dita, distribuivo porporina ovunque e ho ancora gli incubi per un pulcino di lana giallo mai finito). Al massimo potrei occuparmi del software di automazione di un impianto.

Tuttavia.

Mi piacciono i tessuti. I materiali, le lavorazioni, le stampe, i colori, la sensazione tattile.
E mi piacciono le storie che raccontano.

Ne ho scelte alcune e ancora non so in quanti post potrà dirsi esaurito l’argomento, la matassa si va dipanando un po' per volta e la mia mind map è ancora in itinere, ma il punto di partenza è un ricamoLungo quasi 70 metri.


Arazzo di Bayeux


Bayeux, Normandia

Arazzo di  Bayeux


Bayeux, Normandia

Arazzo di Bayeux


Bayeux, Normandia


Bayeux, Normandia



Stay tuned J
Foto: Città di Bayeux e Arazzo


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